martedì 4 aprile 2023

Analisi genetica del microbiota intestinale, come mantenere il naturale benessere

Alessio Romitelli, Alessandra Graziottin e Andrea Castagnetti
Wellmicro
, azienda nata nel 2015 come spin-off dell’Università di Bologna, e oggi parte di Named Group, il polo della salute naturale nato nel 2022, ha brevettato un metodo per l’analisi genetica del microbiota intestinale unico nel suo genere, e ha deciso di raccontare la propria storia nella sede di Lesmo, in provincia di Monza, davanti a un pubblico di giornalisti, esperti e addetti ai lavori.
Wellmicro è l’unica realtà italiana dedicata esclusivamente all’analisi genetica del microbiota umano, animale e ambientale, la prima ad aver colto le potenzialità che lo studio del microbiota avrebbe poi espresso nei confronti della salute dell’individuo, elaborando metodi di ricerca e analisi dei dati che sono stati brevettati lanciando sul mercato nel 2016 il primo test sul microbiota intestinale.
Giovanni Barbara, Professore Ordinario di Medicina Interna e Gastroenterologia, Direttore dell’Unità Complessa di Medicina interna e Gastroenterologia IRCCS Policlinico S.Orsola, Chair di Gut Microbiota for Health section of European Society of Neurogastroenterology and Motility, ha affermato: “La ricerca sul microbiota intestinale - un vero e proprio organo che pesa più di un chilogrammo ed è formato da trilioni di microrganismi, batteri miceti e virus - sta dimostrando ogni giorno di più come la composizione microbica dell’intestino sia fondamentale per il benessere di ciascuno, ma anche come ogni persona sia dotata di un microbiota con caratteristiche uniche e adattive ai vari momenti della vita, tanto da essere considerato a oggi la parte variabile del nostro genoma. Ogni individuo è unico in condizione di 'eubiosi', vale a dire di equilibrio e simbiosi tra i microrganismi e l’ospite, e ancora di più nei molteplici casi di 'disbiosi', cioè in condizione di squilibrio pro-infiammatorio”. E ancora: "Oggi abbiamo quindi un nuovo obiettivo in termini di salute umana: preservare un ecosistema microbico sano. L’identificazione di indicatori di scarsa salute del microbiota rappresenta un importante passo avanti nella individuazione di nuovi target di approcci dietetici e terapeutici mirati al ripristino del naturale benessere del microbiota”.
“Il test del microbiota intestinale – ha spiegato Andrea Castagnetti, microbiologo, Direttore Generale e Co-fondatore di Wellmicro – rappresenta quindi un nuovo strumento utile ai professionisti per migliorare il percorso diagnostico-terapeutico, che sempre più tende a focalizzarsi sulle caratteristiche individuo-specifiche della persona. Il Gut Test di Wellmicro ricostruisce la composizione microbica del campione avvalendosi di innovativi strumenti bioinformatici come database proprietari per l’assegnazione tassonomica e pipeline brevettate per l’interpretazione funzionale. In altri termini, partendo da un’affidabile profilazione tassonomica del microbiota se ne traduce la composizione nel possibile pattern metabolico risultante. Questo permette anche la valutazione di quali aspetti della fisiologia dell’ospite possono essere impattati dal microbiota analizzato come, ad esempio, l’omeostasi immunitaria piuttosto che l’asse intestino-cervello fornendo un’analisi più completa possibile”.
Il microbiota intestinale dialoga in modo stretto e continuo con tutti gli altri microbiota, vaginale in primis, ma anche mucosale, orale respiratorio, cutaneo, con influenze reciproche, mantenendo tuttavia una sostanziale leadership rispetto a tutti gli altri.
“Esso merita di essere studiato e valorizzato nelle strategie di prevenzione e cura in tutte le specialità mediche – ha affermato Alessandra Graziottin, professoressa presso il Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia, Università di Verona, Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica dell’H. San Raffaele Resnati di Milano, Presidente Fondazione Graziottin per la cura del dolore nella donna, Onlus – in ambito uroginecologico e ostestrico è in prima linea nella fisiopatologia delle infezioni uroginecologiche ricorrenti, nella regia della fertilità, nella modulazione della salute di mamma e bambino in gravidanza, nel dolore pelvico cronico e persino in ambito oncologico. Una recente indagine italiana su 1183 casi di dolore vulvare (la casistica più numerosa pubblicata al mondo) ha dimostrato che queste pazienti hanno una comorbilità del 94,7% con patologie intestinali. Il microbiota intestinale è quindi un potente regista di salute e di malattia e un sottovalutato modulatore del dolore addominale, viscerale, pelvico e sistemico. Merita considerarlo e rinegoziare una convivenza più collaborativa, attraverso progetti di salute lungimiranti a partire dalla modifica degli stili di vita e da un’alimentazione sana. Questi verranno poi valorizzati da una diagnostica raffinata sul fronte microbiologico su cui basare interventi specifici e competenti, integrati con la fisiopatologia delle infiammazioni degli organi e apparati coinvolti”.