lunedì 2 dicembre 2019

Gestione del paziente anziano, le nuove tecnologie sempre più fondamentali

Una parte del manifesto presentato in conferenza stampa
Una survey realizzata da da HPS – AboutPharma and Medical Devices su oltre 450 medici e specialisti, rivela come il 66% dei clinici ritenga che l’utilizzo sinergico di nuove tecnologie e strumenti tradizionali rappresenti la soluzione più efficace per affrontare al meglio la gestione del paziente anziano a rischio cardiovascolare, e il 69% di questi consideri i servizi di telemedicina utili alla socializzazione del paziente. L'indagine è stata realizzata con lo scopo di fare emergere quali possano essere gli strumenti patient-friendly da utilizzare al fine di migliorare la gestione dell’anziano cronico e politrattato in area cardiovascolare, favorendo altresì la promozione di corretti stili di vita presso la popolazione anziana. Complice anche l’innalzamento dell’aspettativa di vita – siamo, infatti, il secondo Paese al mondo più longevo dopo il Giappone e il primo nella classifica europea per la percentuale di persone over 65 – in Italia si registra un aumento delle malattie croniche. Fra queste, le patologie cardiovascolari rappresentano nel nostro Paese la prima causa di morte, essendo responsabili del 35% delle morti totali e comportando costi - diretti ed indiretti - considerevoli per il sistema sanitario nazionale.
Si stima che l’effetto congiunto dell’arrivo delle coorti di baby-boomers in questo range d’età e della progressiva denatalità osservata a partire dalla metà degli anni ‘70 porterà questa fascia di popolazione a rappresentare 1/3 della popolazione nel 2045 e ad assorbire oltre i 3/4 delle risorse sanitarie, rendendo problematica la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale, a meno che non vengano implementate forme efficaci ed efficienti di prevenzione delle malattie cardiometaboliche e delle loro complicanze.
Ma quali problematiche deve affrontare la classe medica nella gestione di questa tipologia di pazienti? In base ai risultati della survey, la principale criticità riscontrata è il decadimento cognitivo (51.3%), seguito dalla ridotta o mancata aderenza terapeutica (50.4%) e dalla resistenza o indifferenza nell’adottare uno stile di vita sano e attivo (47.8%); per 4 intervistati su 10 anche la scarsa – se non addirittura nessuna – azione di prevenzione primaria e/o secondaria incide in maniera negativa sul percorso terapeutico dei pazienti.
La migliore soluzione “patient friendly” per la longevità è rappresentata per la maggioranza dei clinici intervistati (6 su 10), dalla sinergia tra gli strumenti tecnologici e quelli tradizionali (visite ambulatoriali, campagne di sensibilizzazione, numero verde, ecc), che restano comunque imprescindibili per una corretta gestione del paziente cronico in area cardiovascolare.
Sul fronte delle nuove tecnologie, dalla survey emerge che la quasi totalità degli strumenti presi in esame sono considerati un valido supporto per migliorare l’aderenza terapeutica: oltre l’80% del campione considera utili le applicazioni di messaggistica (88.5%) e i wearable devices (86%), mentre più di 7 intervistati su 10 propendono per la telemedicina per il monitoraggio remoto (76%) e per le App che offrono specifici servizi (75%). Le App di messaggistica, in particolare, riscuotono un ottimo successo (94%) tra i clinici della fascia d’età più giovane, dai 35 ai 55 anni. Un risultato inaspettato è infine quello relativo alla telemedicina, considerata dal 69% degli intervistati la soluzione più efficace per favorire la socializzazione del paziente e ridurre quindi il suo senso di isolamento.

International SOS, assistenza per chi lavora nel mondo

Garantire l'assistenza medica e la sicurezza ai lavoratori di aziende impegnate in oltre 90 Nazioni, in particolare quelle coinvolte in situazioni di rischio dovute a cambiamenti geopolitici, climatici e all'insorgenza di malattie infettive. E' questa la missione di International SOS, non una compagnia di assicurazione, ma una realtà specializzata nell'assistenza operativa, in grado di offrire soluzioni e valutare rischi di un viaggio o di una permanenza all'estero per motivi di lavoro.
International SOS ha anche presentato l'edizione 2020 della nuova e pluripremiata Travel Risk Map, con le principali previsioni di rischio legate alle condizioni di salute e sicurezza, assieme ai risultati di un sondaggio che rivela le principali aree di rischio a livello mondiale.

I risultati del "Business Resilience Trends Watch" rivelano che il 51% dei business travel manager prevede di cambiare destinazioni nel 2020 in quanto crede che i rischi legati alla sicurezza e alla salute siano in aumento nell’ultimo anno e che il 47% prevede che questi rischi continuino ad aumentare nel corso dell’anno:
1. Minacce alla sicurezza (68%): +23% rispetto al 2018
2. Disordini civili (52%): +14% rispetto al 2018
3. Disordini geopolitici (52%): +20% rispetto al 2018
4. Calamità naturali (51%): +15% rispetto al 2018

Oltre a questi fattori critici, le aziende prevedono un forte aumento della probabilità di modifica degli itinerari di viaggio a causa di:
1. Epidemie (31%): previsto un aumento del +19% rispetto all'impatto reale nel 2018
2. Malattie infettive (35%): previsto un aumento del +17% rispetto all'impatto reale nel 2018
3. Detenzione e sequestro (29%): previsto un aumento del 17% rispetto all'impatto reale nel 2018

Chiara Galiazzo sostiene la campagna "Magnifico Donare"

Chiara Galiazzo nel video "Magnifico Donare"
E' stata presentata a Milano, presso il Museo Bagatti Valsecchi, la campagna "Magnifico Donare", tema la sensibilizzazione sul valore della donazione di sangue. In Italia attualmente i donatori di sangue sono un milione e 750mila e l’autosufficienza nazionale è in bilico in quanto, anche a causa del calo demografico, si delinea una diminuzione dei donatori 'stabili' fra le giovani generazioni. Nel medio periodo, la carenza strutturale di sangue potrebbe compromettere la salute delle persone che, a causa dell’anemia, sono costrette a sottoporsi a frequenti trasfusioni di sangue, come i pazienti affetti da Sindromi Mielodisplastiche e Beta-Talassemia. Di fronte allo scenario che si profila, è perciò fondamentale ribadire come donare il sangue sia, appunto, magnifico, un gesto salvavita e un atto di responsabilità verso i pazienti e i loro caregiver, le strutture ospedaliere e il Servizio Sanitario.
Testimonial dell'iniziativa la cantante veneta Chiara Galiazzo, che ha interpretato il brano che riprende il titolo della campagna stessa, "Magnifico donare" mentre, in piazza San Babila, sono già andate in scena cinque videoanimazioni open air legate al tema del dono. "Sono davvero felice di essere stata coinvolta in questa iniziativa", ha detto la Galiazzo, "che vuole ricordare a tutti come donare il sangue significhi donare speranza, un’azione semplice per chi la compie ma che può cambiare la vita di persone che devono ricorrere a frequenti trasfusioni di sangue". E sulla canzone ha aggiunto: "Ci siamo ispirati al valore della donazione per scrivere un brano originale dedicato alla campagna, in grado di emozionare il pubblico e avvicinarlo al tema attraverso testo e melodia".

Papillomavirus, conoscerlo per prevenirlo

Una campagna per contrastare e prevenire il Papillomavirus è stata lanciata in una conferenza stampa a Milano. Una declinazione social, attraverso Instagram, Facebook e YouTube, più il portale www.ioscelgo.it, renderanno possibile approfondire tutte le informazioni sulle patologie e le opportunità di prevenzione. “Il Papillomavirus non sceglie, tu sì” è il titolo pensato, per rendere maggiormente consapevoli i genitori di figli adolescenti e le madri più giovani. I numeri sono chiari: in Italia ogni anno si registrano infatti quasi 5mila casi di tumori attribuiti ad infezioni croniche collegate a ceppi oncogeni del Papillomavirus.
Ogni anno in Italia si registrano quasi 5.000 casi di tumori HPV-correlati attribuiti ad infezioni croniche collegate a ceppi oncogeni del Papillomavirus umano (HPV)1. Numeri che aumentano il livello di attenzione attorno alle patologie HPV-correlate, spesso percepite come un pericolo esclusivamente al femminile associato al cancro della cervice uterina e sottovalutando, quindi, l’importante incidenza che il virus può avere anche tra i maschi, vittime anch'essi di malattie causate dall'HPV come il cancro anale o i condilomi genitali.
Secondo l’ultimo rapporto Censis, che ha analizzato il livello di consapevolezza dell’HPV tra i genitori di figli adolescenti, si è passati da un livello di conoscenza del virus del 85.1% nel 2017 all’88.3% di oggi3 con una ricerca delle informazioni che passa sempre di più attraverso i professionisti della salute (53.2% nel 2019 vs 39.1 % nel 2017) piuttosto che tramite Dottor Google (26.7% nel 2019 vs 30.7% nel 2017). Tuttavia, emerge un bisogno informativo solo in parte soddisfatto, in particolare sui rischi di contrarre il virus, i meccanismi con cui agiscono tutti gli strumenti di prevenzione e la loro efficacia.