lunedì 20 gennaio 2020

Depressione, il nuovo progetto di Fondazione Onda

La parte alta del Manifesto di Onda
Ha preso il via nelle regioni italiane il percorso di sensibilizzazione di Fondazione Onda "Uscire dall’ombra della depressione", con il patrocinio di SIP - Società Italiana di Psichiatria, SINPF - Società Italiana di Neuropsicofarmacologia, Cittadinanzattiva e Progetto Itaca, e grazie al contributo incondizionato di Janssen Italia. Il progetto, in otto tappe, punta a porre in risalto il tema della depressione attraverso una serie di incontri che vedranno il coinvolgimento degli attori istituzionali e sanitari locali per superare lo stigma associato a questa problematica, per facilitare l’accesso alla diagnosi e alle cure più appropriate.
“La salute mentale e, in particolare, la depressione rappresentano una delle tematiche su cui Fondazione Onda è fortemente impegnata da oltre 10 anni, considerato anche il maggior coinvolgimento delle donne sia come pazienti sia come caregiver. La depressione, malattia riconosciuta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come prima causa di disabilità a livello mondiale, in Italia riguarda tre milioni di persone di cui due sono donne”, dice Francesca Merzagora, Presidente di Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere.
Secondo le stime dell’OMS, la depressione riduce l’aspettativa di vita di oltre 20 anni e oltre il 60% dei suicidi che si verificano annualmente a livello globale possono essere ricondotti a questa malattia. La depressione non ha solo un enorme impatto sulla qualità di vita di chi ne soffre, ma anche sul dispendio di risorse socio-economiche. Secondo i dati divulgati in occasione della presentazione alla Camera dei deputati del Manifesto, il costo diretto a carico del Servizio Sanitario Nazionale – per esempio in termini di ricoveri ospedalieri, farmaci antidepressivi, specialistica ambulatoriale - ammonta in media a circa 5mila euro all'anno per paziente. I costi sociali, in termini di ore lavorative perse, ammontano a circa quattro miliardi di euro l’anno, pur senza considerare la mancata produttività associata ai caregiver, spesso due o tre familiari per ogni paziente. Complessivamente, secondo i dati Cerismas 2019, i costi indiretti rappresentano il 70% dei costi totali. Diagnosi tempestiva e diffusione dei trattamenti sono fondamentali per ridurre questo impatto economico, considerato che le complicanze della malattia e la loro gestione comportano un dispendio nettamente superiore ai soli costi della cura.